Debito, interessi e spesa primaria.
Un ventennio di oscillazioni e chi le ha provocate
I numeri e i dati che illustrano come e ad opera di chi, nel corso del tempo, l'Italia ha visto riduzioni e impennate del debito e della spesa pubblica.
Debito, interessi e spesa primaria.
Un ventennio di oscillazioni e chi le ha provocate
I numeri e i dati che illustrano come e ad opera di chi, nel corso del tempo, l'Italia ha visto riduzioni e impennate del debito e della spesa pubblica.
l terzo lavoro di analisi del professor Paladini sulla annunciata riforma fiscale prende in esame articolo per articolo la "bozza" pubblicata dal Ministero. Quello che emerge suscita molte perplessità
Un'analisi delle ipotesi di riforma Irpef secondo le anticipazioni che cicolano. Emerge che la combinazione fra aliquote, scaglioni e detrazioni espone all'alternativa tra esporsi ad un costo esorbitante, o penalizzare duramente i redditi medi e bassi
Parlare di 3 aliquote Irpef non significa molto. Anche perché, a conti fatti, è già così.
Il rapporto esamina e analizza le ipotesi tecniche di cambiamento che, se attuate, potrebbero avviare a soluzione una buona parte delle maggiori criticità dell’attuale sistema di tassazione dei redditi delle persone fisiche.
Una prima ricognizione permette la scoperta di alcuni singolari andamenti e rivela che la laurea offre scarse prospettive di lavoro, e i laureati che trovano un impiego sono spesso costretti ad una attività che non ha niente a che fare con i loro studi.
Il ministro Calderoli illustra il suo federalismo ma commette tre grossolani errori. Ecco quali.
Ecco i conti degli effetti che avrebbe lo spostamento del prelievo dalle imposte dirette a quelle sui consumi sui redditi disponibili.
Alcuni spunti - suggeriti anche dal Libro Bianco sull'Irpef del 2007 - che potrebbero essere utili per la riorganizzazione dell'imposta sui redditi delle persone fisiche proposti dagli autori in contemporanea attraverso Nens e il sito "nelmerito.com"
I recenti annunci in materia fiscale pronunciati dal presidente del consiglio e poi confermati dal ministro dell’economia hanno riportato all’attenzione collettiva l’ipotesi di una riforma dell’irpef basata su due aliquote ( su tre, se si considera la prima pari a zero). Si tratta – come già è stato ricordato – di una vecchia idea usata dalla destra in varie circostanze propagandistiche che ha sempre, come è ovvio, suscitato grandi entusiasmi fra i contribuenti titolari di redditi medi e medio alti che intravedono in una simile prospettiva l’occasione di un apprezzabile risparmio.