Le due soluzioni di riforma dell'Irpef, una basata su tre aliquote e l'altra su funzioni continue calcolate su diversi minimi imponibili, su cui starebbe lavorando il governo, presentano alla prova dei conti ancora molte incongruenze nell'andamento delle aliquote effettive prodotte, rispetto agli obiettivi. Il risultato è ben diverso da quello apparente e rischia di cristallizzare invece che sciogliere il nodo dell'attuale grave iniquità nella ripartizione del carico fiscale tra dipendenti, pensionati e autonomi.
In allegato l'articolo di Ruggero Paladini e Vincenzo Visco pubblicato il 30 giugno 2021 sul Sole 24 ore.
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