“Dalla riforma Bersani alla legge sulla concorrenza: quali meccanismi per il superamento della maggior tutela?”.

Dicembre 2017

 

Si è svolto giovedì 21 dicembre pomeriggio, nella sede del think tank Nens (Nuova economia e nuova società), il convegno, a porte chiuse, “Dalla riforma Bersani alla legge sulla concorrenza: quali meccanismi per il superamento della maggior tutela?”. Il convegno è stato aperto dal saluto del Presidente di Nens Vincenzo Visco, a cui è seguito un primo Panel che avuto come relatore di apertura l’Ing. Tullio Fanelli, Vice Direttore di Enea. Gli interventi successivi sono stati affidati al Direttore di Enel Italia Carlo Tamburi e al Presidente di Acquirente unico Andrea Peruszy. “La soppressione della maggior tutela non è una liberalizzazione – ha affermato Fanelli - perché i clienti del settore elettrico sono da anni tutti liberi ed i prezzi sono di mercato; la maggioranza dei clienti domestici non ha scelto il mercato libero a causa dell’insufficiente concorrenza, testimoniata dall’irragionevole numero di venditori, del livello medio dei prezzi, superiore alla maggior tutela, e dei troppi disagi che devono sopportare, dimostrato dal tasso di reclami 4 volte superiore. La legge è molto lacunosa riguardo al destino dei clienti domestici che non passeranno al mercato libero – ha proseguito Fanelli – e non appare né ragionevole né auspicabile, sotto il profilo della concorrenza, affidarli agli esercenti del servizio di maggior tutela perché si determinerebbe una situazione di sostanziale monopolio dell’ENEL in questo segmento di mercato. La soluzione più facile – ha concluso Fanelli – sarebbe l’abrogazione della norma, ma è possibile fare dei passi avanti sul percorso dell’efficienza trasformando l’Acquirente Unico in un soggetto pubblico che operi senza privilegi nel mercato dei clienti domestici e introducendo norme per favorire la mobilità dei clienti e contrastare le posizioni dominanti a livello nazionale e territoriale.” Diversa la posizione di Tamburi. “Siamo in una fase molto importante che durerà per tutto il 2018 per preparare le modalità di superamento della maggior tutela”, ha affermato il Direttore di Enel Italia. “Un aspetto fondamentale – ha sottolineato Tamburi - riguarda l’informazione e la capacitazione del cliente e devono esserci regole chiare e stabili nel lungo periodo, oggi c’è ancora poca consapevolezza. Facciamo anche chiarezza sulla situazione del mercato: Enel in termini di volumi ha poco più del 30% della quota di mercato nazionale (nel 2016 esattamente il 35%, calcolato come media ponderata tra il mercato libero, dove abbiamo circa il 20% e il mercato tutelato, in cui abbiamo l’86%)”. “Altro tema – ha aggiunto ancora Tamburi - è quello di creare una “tutela vera” che tuteli appunto le fasce più deboli che hanno veramente bisogno. Diventa poi molto urgente creare un Albo dei venditori con garanzie e requisiti precisi, oggi il grande proliferare di operatori porta molta confusione e non va a garanzia dei consumatori; la competenza e l’affidabilità degli operatori sono fondamentali per l’informazione, la consapevolezza e quindi la salvaguardia del cliente mentre spesso si sono create situazioni in cui alcuni venditori non sono riusciti a onorare il proprio contratto, causando non pochi problemi al sistema”.

“Il dato di fatto incontrovertibile – ha quindi dichiarato Andrea Péruzy, Amministratore Delegato e Presidente di Acquirente Unico - è che in Maggior Tutela, dopo circa 10 anni, ci sono ancora 22 milioni di utenti e il tasso di uscita sta perfino rallentando”. “Che il funzionamento del mercato retail – ha aggiunto - non stia dando i risultati sperati mi sembra evidente. Fissare la data per il superamento della Maggior Tutela può essere uno stimolo, ma è evidente che in questo anno e mezzo bisogna lavorare perché si arrivi al passaggio con una maggiore chiarezza di prospettive”.
“La stessa definizione di consumatore domestico mi sembra generica. Si mettono in un unico calderone soggetti anche molto diversi. Accanto al consumatore che potrebbe essere più partecipe al mercato, ma per vari motivi oggi resta fermo, ci sono anche soggetti meno attratti dal mercato e forse per esso meno interessanti. Penso agli incapienti, ai vulnerabili, agli anziani, agli analfabeti digitali. Categorie che in Italia non mancano. Se si deciderà che Acquirente Unico possa svolgere un nuovo ruolo nella funzione di approvvigionamento, siamo pronti a mettere a disposizione le nostre consolidate competenze al riguardo”. Intanto – ha concluso Péruzy -, stiamo già lavorando con l'Autorità per dare seguito alle misure previste dalla legge, come il portale di confrontabilità delle offerte e la campagna informativa sul fine tutela. Oltre al portale per l’accesso ai propri dati da parte dei consumatori finali”.

Nelle conclusioni svolte da Bersani, anche in virtù del decennale dal decreto che porta il suo nome, e dopo i contributi al dibattito svolti dal Presidente Codacons Gianluca Ascenzio, dal Presidente Adiconsum Carlo De Masi, dal Segretario Generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, dal Segretario Generale Flaei-Cisl Carlo Meazzi, dal Segretario Generale Filctem-Cgil Luca Barbetti e dal Segretario Generale Uiltec-Uil Paolo Pirani, l’ex ministro dello sviluppo ha voluto sottolineare che “restano ormai 18 mesi in cui si insedierà un nuovo governo e forse una nuova autorità. La sostanza strutturale è che quando non si semplifica un un’offerta di mercato si producono degli effetti distorsivi. Non è possibile che ci siano oltre 300 gestori. Un’ipotesi è che i consumatori saranno presi da un meccanismo difensivo in conseguenza di un mercato troppo aggressivo. E l’altro rischio è che la politica non farà marcia indietro per intervenire sui meccanismi che si sono messi in moto. In ogni caso sarà comunque indispensabile una implementazione delle norme che così come sono scritte non danno nessuna certezza sulla gestione di questa vicenda. Noi continueremo a lavorarci”. 

 

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