Al di là del merito, mi sembra che la recente polemica che ha investito il ministro Orlando sollevi alcuni problemi di carattere istituzionale che è bene prendere in considerazione. In base alla ricostruzione fornita dal ministro, e non smentita, risulta che la "norma incriminata" sulla proroga del blocco dei licenziamenti era stata inviata a Palazzo Chigi due giorni prima della discussione in Consiglio dei Ministri e sottoposta regolarmente al vaglio del pre-Consiglio; che in Consiglio non vi era stata nessuna discussione in proposito; che il decreto era stato approvato all'unanimità; che Orlando aveva spiegato il contenuto della norma nella conferenza stampa che ha avuto luogo dopo la conclusione del Consiglio.
Successivamente risulta che la Ragioneria abbia bollinato la norma con le modifiche scaturite dalla polemica. Francamente non si capisce come questo sia potuto accadere: il testo approvato era infatti quello uscito dal Consiglio dei ministri, quello bollinato semplicemente non esiste giuridicamente. Se il Governo aveva commesso un errore, si sarebbe dovuto iniziare da capo l'iter di approvazione del decreto che non era stato approvato con la clausola "salvo intese". Ciò non è avvenuto e rappresenta un precedente pericoloso. A rigore anche la controfirma del Presidente della Repubblica dovrebbe essere problematica.
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