Tra i primi atti del governo Meloni vi sarà quindi l’innalzamento a 10 mila euro del limite massimo per l’uso del contante in una singola transazione. Ed e’ gia’ ricominciata la discussione sulla relazione tra evasione ed uso del contante. Ora, mentre è da escludere che l’abolizione dell’uso del contante porterebbe di per sé alla fine dell’evasione fiscale, come pure è stato sostenuto, (infatti è perfettamente ipotizzabile un’ economia senza contante ma con evasione, dato che l’evasione si manifesta e si concretizza principalmente attraverso l’alterazione dei valori effettivi delle contabilità), non c’è dubbio che la maggiore o minore diffusione del contante facilita o limita le possibilità di evasione. Negarlo, come fanno gli esponenti della maggioranza equivale ad una scivolosa arrampicata sugli specchi. Non va dimenticato, del resto, che fin dall’inizio, gli studi che hanno cercato di stimare il livello dell’economia sommersa nei diversi Paesi considerano l’entità della circolazione della moneta contante nelle diverse economie come una delle variabili decisive e più utili per calcolare le dimensioni dell’economia non ufficiale. In ogni caso, al di là dell’evasione fiscale, è certo che un allentamento dei limiti all’uso del contante è un poderoso aiuto al riciclaggio e alla corruzione. Questo fu il motivo principale per cui nel 2019 la Bce di Mario Draghi eliminò il biglietto di 500 euro massicciamente utilizzato a fini di riciclaggio. Ed è questo il motivo per cui suscitò scandalo alcuni anni fa la decisione del Governo Renzi di aumentare il limite da 1000 a 3000 euro, e la reputazione di Piercarlo Padoan che avallò la scelta subì un duro colpo, almeno tra gli economisti.
In via di principio, quindi, l’uso del contante dovrebbe ragionevolmente essere limitato al livello della moneta di maggior valore avente corso legale nel Paese, il che significa, nella zona euro, 200 euro. Del resto, a differenza di dieci o più anni fa quando le polemiche in materia erano molto accese, oggi la diffusione della moneta elettronica è sempre maggiore anche in Italia, mentre il contante è quasi scomparso nei Paesi più avanzati nei quali rimane sostanzialmente appannaggio della malavita. La scelta del Governo, oltre ad essere politicamente autolesionista, appare soprattutto come un voler ribadire, in forma provocatoria, posizioni politiche del passato, anche se esse appaiono da tempo superate dai fatti. Questa necessità di dover far ricorso ad elaborazioni e concetti logorati e superati dal tempo appare la principale, e più inquietante, caratteristica delle posizioni del governo in materia fiscale.
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