Come preannunziato il governo ha deciso di ridurre da quattro a tre gli scaglioni dell’Irpef,
eliminando il secondo scaglione che va da15.000 a 28.000 euro, estendendo l’aliquota al 23%, in modo che coloro che hanno (almeno) 28.000 avranno una riduzione di 260 euro annui (21,67 mensili), per il calo dell’aliquota al 25%.
Si è presentato subito un problema: come parare la critica che questa riduzione fiscale
sarebbe andata a vantaggio anche dei “ricchi”? La soluzione più semplice sarebbe ovviamente quella di aumentare di qualche decimale l’aliquota del terzo scaglione, cioè di coloro che hanno redditi superiori a 50.000; quindi da 43% a 43,3%, ad esempio. In questo modo al crescere del reddito sopra il limite dello scaglione questo piccolo aumento di aliquota avrebbe progressivamente rimangiato i 260 euro fino a 137.000; poi si sarebbe pagato un po’ di più, ma tutto sommato senza neppure accorgersene.
Ma non sia mai che il governo della destra aumenti un’aliquota! Quindi bisogna trovare
un’altra soluzione. Ed ecco che una riduzione delle detrazioni al 19% per una cifra pari a 260
risolve il problema. Ma, viene annunziato, con esclusione delle spese mediche, che hanno già una franchigia di 129,11 euro (le vecchie 250.000 lire); perché altrimenti tutte le spese
mediche fino a 1.500 euro sarebbero state azzerate.
Tuttavia il decreto legislativo non fa menzione dell’esclusione delle spese mediche.
Come mai? Forse qualcuno è andato a dare un’occhiata alle dichiarazioni Irpef 2022, e ha
notato che certamente la gran parte (86%) di coloro che hanno reddito sopra i 50.000 hanno
detrazioni al 19%, ma si tratta, soprattutto, proprio di quelle mediche. Escludendo
quest’ultime il cerino sarebbe rimasto in mano a chi ha mutui ipotecari per la prima casa,
spese scolastiche e un’altra serie di spese che fanno capo a pochi contribuenti. Quindi
contrordine compagni (o meglio camerati).
Ma la sparizione dell’esclusione delle spese mediche dalla riduzione delle detrazioni
spettanti passerà in silenzio? C’è da dubitarne, non solo per le critiche dell’opposizione, ma
anche per i mal di pancia dentro la maggioranza. Si può prevedere che ne vedremo delle belle.
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