Covid 19: qualcosa non funzione nel “Federalismo all’italiana”

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Novembre 2020

La gestione dell’epidemia Covid e le relative polemiche tra Regioni e Governo centrale hanno reso evidente che qualcosa non funzione nel “Federalismo all’italiana”. In realtà si tratta di una riforma fortemente influenzata da un momento particolare in cui l’antistatalismo di principio era senso comune, il che ha influenzato l’elaborazione del Titolo V della Costituzione che andrebbe radicalmente modificato. Per esempio l’art. 114 che afferma che la Repubblica è composta “dai Comuni, dalle Province, dalle città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”, ponendo allo stesso livello lo Stato e le sue componenti! Si continua con l’art. 117 che contiene un elenco di competenze esclusive dello Stato, e di competenze concorrenti  tra Stato e Regioni alle quali viene attribuita la potestà legislativa in materia, salvo i principi generali lasciati allo  Stato.  L’obiettivo è quello di limitare per quanto possibile il ruolo dello Stato, cioè del Governo centrale, secondo una visione che postula un rapporto di competizione e conflittualità tra i diversi livelli di Governo. Tutto ciò non poteva che creare confusione, errori, dimenticanze, contrasti, difficoltà nei processi decisionali, e contenzioso costituzionale.
 
Si tratta quindi di riconsiderare l’infausta riforma del 2001, rendendosi conto che in Costituzione è bene inserire soltanto principi generali e non prescrizioni analitiche, e quindi limitarsi a stabilire che le relazioni tra i diversi livelli di governo vanno stabilite in base al principio di sussidiarietà, ferma restando la prevalenza dell’interesse generale, cioè dello Stato. Non si tratta quindi di trasferire qualche competenza da un elenco ad un altro, ma rendersi conto che, come peraltro insegna la teoria economica,le relazioni tra i diversi livelli di Governo possono cambiare nel tempo (basti pensare al trasferimento di competenze a livello sovranazionale), e la loro attuazione pratica differisce tra Paese e Paese, il che suggerisce di affidare alla legge ordinaria, ed eventualmente ad un’ apposita Camera legislativa, l’articolazione concreta del principio generale e la gestione dei rapporti tra Stato ed Enti decentrati, ricordando, peraltro, che l’Italia non è uno Stato Federale, bensì unitario.
 

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